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Zattini (don) Luigi | 30/05/1907 | n.1768

Lettera | Emilia-Romagna

Trascrizione CCM

Bertinoro [FO] 30 maggio 1907

Cariss(im)o sig. zio

Tribulatio et angustia invenerunt me! Bisogna ben dire che al mondo la tribolazione è la mia eredità. Oh! Il grande conforto che è la fede… quando si è oppressi dalla puntura. Le sofferenze di Mariuccia si sono aggravate assai: essa soffre di un eccesivo nervoso con tutti gli effetti del più grave isterismo. Tutti i calmanti, le polveri e le pillole che il medico le ebbe fatti ingoiare, credo, l’abbiano indebolita talmente da farle dar giù di cervello. È un fatto che da oltre otto giorni i discorsi di Mariuccia più non conettono insieme, patisce di allucinazioni diverse ed è dominata da fissazioni terribili, come quella p(er) e(sempio) che si è tutti d’accordo per avvellenarla e quindi non mangia né beve quello che crede sia passato per le nostre mani. L’unica che ancora gode di una fiducia è la Bina, la quale da una decina di giorni, pregata da noi, è volata qui per assistere la Mariuccia. È qui da due giorni anche s(uo)r Giuseppina e rimarrà qui finché durederà il bisogno, ma con quest’ultima non le la da gran fatto. Il medico dr Amaducci, fin da giovedì sera mi ha dichiarato che in coscienza non può permettere resti Mariuccia più a lungo a casa per il timore di qualche disgrazia e quindi bisognava metterla in una casa di salute. Io mi opposi energicamente perché temo che essa nei lucidi intervalli conoscendo di trovarsi in un manicomio possa dare in una vera pazzia periosa od anche morire di crepacuore. Ma ormai veggo che la cosa va aggravandosi e quindi la mia responsabilità cresce colla previsione che si ha di una disgrazia e dopo di aver aspettato ancora un poco per vedere se la crisi si risolve favorevolmente dovrò certamente rassegnarmi a lasciarla trasportare in una casa di salute. In seguito le darò, sig. zio, altre notizie, che mi vorrei augurare migliori, ma purtroppo il mio augurio non avrà efficaccia. Gradisca i saluti di Bina, la quale con sacrificio simile a quello della suora di carità assiste Mariuccia rimettendo gli esami che prossimamente avrebbe dovuto dare all’università di Bologna, quelli di suor Giuseppina ed i miei mentre con affetto mi raffermo suo nepote d(on) Zattini Luigi arcid(iaco)no.

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