Breve storia linguistica del carciofo

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Italianismi
Lingua del cibo

Con carciofo indichiamo comunemente la specie vegetale Cynara cardunculus, pianta perenne delle Asteracee. Il termine italiano è un arabismo derivato da ḫaršūf (Enciclopedia Treccani, s.v. carciofo; DELIn, s.v. carciofo).

Per ripercorrere la storia linguistica di questo gastronimo, che non trova attestazioni nell’italiano medioevale (manca infatti nel Corpus OVI dell’Italiano antico e dunque nel TLIO), bisognerà sfruttare un’altra banca-dati testuale, quella in fase d’allestimento sulla quale si fonda il VoSLIG Vocabolario Storico della Lingua Italiana della Gastronomia e che chiameremo Corpus AtLiTeG, dal nome del progetto di ricerca nazionale che promuove la redazione del VoSLIG (PRIN 2017 Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità).

Le prime attestazioni del termine carciofo emergono in due opere teatrali del nostro Rinascimento letterario: la Cortigiana di Pietro Aretino (1525), ove troviamo la forma carciofi, e la Cassaria di Ludovico Ariosto (1528-29), dove leggiamo invece carciofola. È quest’ultima forma a circolare in area ferrarese (insieme con carchioffola, carciofolo, carchiofolo e carchioffolo) nei celebri Banchetti di Cristoforo Messi Sbugo. La diffusione della parola, che va sempre più fissandosi nella forma carciofo, risulta poi attestata a partire dal Settecento in tutta la Penisola, anche col significato traslato di ‘uomo sciocco, incapace’ documentato, nel 1729, dalla quarta impressione del Vocabolario della Crusca («Carciofo dicesi anche per disprezzo a Uomo buono a nulla»: Crusca IV, s.v. carciofo). Pellegrino Artusi, nella sua Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, ci consegnerà la ricetta (strepitosa) dei carciofi fritti secondo il metodo toscano, reputato «il migliore» (ricetta n° 186), ma va osservato che nella Scienza le pietanze a base di carciofi sono numerose: troviamo i carciofi in salsa, in umido, ripieni di carne, in gratella, essiccati per l’inverno oppure cucinati a mo’ di cotolette («Certe signore si dolevano di non trovare nel mio libro questo fritto, ed eccole appagate»: ricetta n° 187).

A diffondersi nelle altre lingue del mondo – a divenire cioè un vero e proprio italianismo gastronomico – è tuttavia la variante lessicale articiocco (d’origine araba: vedi GDLI, s.vv. articiocco e carciofo), termine con cui l’ortaggio veniva denominato nel Nord Italia, e particolarmente in Lombardia, all’altezza del XVI secolo (varie le possibilità formalmente alternative: archichioco, articioco, articiocca e artichio(c)co). L’attuale inglese artichoke è in nesso con questa nostra parola dialettale e figura in molte varianti storiche sin dal 1531 (Archecokks, quindi hartichoak nel corso del sec. XVII); lo stesso vale per il francese artichaut e per il tedesco Artischocke (sostantivo femminile), termini già attestati nel corso del Cinquecento: nel 1530 il primo, nel 1556 il secondo.

Vero è che anche carciofo ha avuti continuatori in francese e in tedesco: carchoffle femminile e Carciofen plurale sono termini già cinquecenteschi – poi scomparsi dall’uso – che denunciano una base italiana (il francese, peraltro, indicava con carchoffle non l’ortaggio, ma metaforicamente un ornamento dei finimenti del cavallo che ricordava il carciofo per la sua forma): vedi su tutto il DIFIT, s.vv. articiocco e carciofo, e Frosini-Lubello 2023, p. 61.

Simone Pregnolato, Università per Stranieri di Siena

Bibliografia

Corpus AtLiTeG = Corpus testuale dell’Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità che sostiene la compilazione del Vocabolario Storico della Lingua Italiana della Gastronomia, in corso di allestimento (www.atliteg.org).

Corpus OVI dell’Italiano antico = Opera del Vocabolario Italiano - Istituto del CNR, Corpus OVI dell’Italiano antico, diretto da P. Larson, E. Artale e D. Dotto, http://gattoweb.ovi.cnr.it/.

Crusca IV = Vocabolario degli Accademici della Crusca, Firenze, D.M. Manni, 1729-38, 6 voll.

DELIn = M. Cortelazzo, P. Zolli, Il nuovo Etimologico. DELI - Dizionario Etimologico della lingua italiana, Seconda edizione a cura di M. Cortelazzo e M.A. Cortelazzo, Bologna, Zanichelli, 1999.

Enciclopedia Treccani = Enciclopedia on line dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, https://www.treccani.it/enciclopedia/.

DIFIT = Dizionario di italianismi in francese, inglese, tedesco, a cura di H. Stammerjohann, Firenze, Accademia della Crusca, 2008 (anche in Rete: https://difit.italianismi.org/).

Frosini-Lubello 2023 = Giovanna Frosini, Sergio Lubello, L’italiano del cibo, Roma, Carocci, 2023.

GDLI = Grande Dizionario della Lingua Italiana, fondato da S. Battaglia, Torino, UTET, 1961-2002, 21 voll. (anche in Rete: www.gdli.it).

TLIO = Opera del Vocabolario Italiano - Istituto del CNR, Tesoro della Lingua Italiana delle Origini, fondato da P.G. Beltrami e diretto da P. Squillacioti, http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/.

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