Ecco a Voi Suculento "l'Artusi" dell'artista cilena Paola Podestà, in omaggio alla nonna migrante

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Il buono del sapere

L’Artusi é il libro di ricette che la nonna ha portato con sé quando ha lasciato l’Italia. Coltivo da sempre un sogno, ripubblicarlo con i miei disegni. Per me, per la nonna e per la mia arte é un progetto a cui non posso rinunciare. Per questo, quando ho saputo di questo evento, pur così lontano da Valparaiso, dove vivo, sono corsa qui con mio marito Ivo. Mi è sembrato un segno del destino!”

Era l’anno 2016 e questo mi diceva Paola, alla fine di una conferenza su Artusi e la cucina italiana, in una delle peregrinazioni di Casa Artusi, chiamata a testimoniare la nostra cultura gastronomica. Eravamo a sud del Cile, quasi alla fine del mondo: Capitan Pastene, città della multiculturalità, italiana, cilena e mapuche, e protagonista di uno dei casi di massima resilienza di migranti italiani, in questo caso provenienti dal Frignano, in Emilia. Paola, bella, emozionata, genuina come tutta la gente che mi circondava, si presenta stringendo fra le mani il libro e l’idea del suo progetto: SUCULENTO.

Lo sapevamo già, ne abbiamo prova documentale nel nostro archivio, il ricettario dell’Artusi viaggia assieme ai migranti italiani che, in tanti, fra il XIX e inizio XX secolo, lasciarono la terra natale in cerca di una vita migliore.

Ma ascoltarlo direttamente è altra cosa: la nonna di Paola, come altri ci racconteranno, l’aveva portato in valigia, fra le poche e care cose a cui non voleva rinunciare. Aveva voluto con sé un pezzo della propria identità che vede confermata in quel manuale unto e bisunto, proposto ai nipoti evocando la sua terra, l’Italia, così lontana e così al cuore vicina.

E così il manuale di cucina italiana per antonomasia, ancora oggi ininterrottamente pubblicato e tradotto, può servire anche a mantenere ben salda la memoria della propria terra, anche se la Patria or è dove si vive , per nutrire un bisogno irrinunciabile di identità .

Paola ci fa vivere tutto questo.

Paola é anche brava cuoca ( l’ho dico per esperienza diretta: era l’8 marzo, ricordo bene, a Valparaiso, dove l’aria del mare e la poesia di Neruda aiutano a respirare meglio, mentre Rita le insegnava a fare la piadina, lei ci proponeva, oltre all’immancabile Pisco, manicaretti di pesce ) e così, caparbiamente, ha messo a servizio anche questo talento per provare le ricette artusiane e raccogliere fondi per realizzare il suo sogno che, solo all’apparenza strabico, guarda al passato per costruire il futuro.

Ce l’ha fatta! Ostinazione e passione non possono non condurre alla meta.

Suculento, con le sue 111 ricette artusiane, ricette amate, provate, disegnate, è realtà.

In uscita a fine mese il “suo” Artusi con acquerelli bellissimi e naturalmente con il sostegno e il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago del Cile e di Casa Artusi.

Un'altra tessera meravigliosa nello straordinario mosaico della promozione culturale nel mondo e un ricordo vivo, come l’argento vivo, nella mia mente, indelebile quanto un’espressione mai abbastanza ribadita: Grazie Artusi .

Laila Tentoni, Presidente Casa Artusi