Carteggio

Babini Pellegrina | 04/03/1901 | n.72

Lettera | Emilia-Romagna

Trascrizione CCM

Lugo (RA) 4 febbraio [i.e.: marzo] 1901

Carissimo zio

Da giorni avevo in animo di scriverle avendole a narrare tante cose: or vi si aggiunge un grazie di cuore per la gradita improvvisata dell’affettuoso ricordo. Quanta gloria, quanti onori giustamente meritati, si tributano all’Illustre Estinto! Fu sommamente buono! è il gran merito al quale c’inchiniamo commossi noi profani all’arte che ha sublimata. Io ho visto due grossi lacrimoni agli occhi del babbo – reduce di Mentana – rammentando l’entusiasmo patriotico de suoi giovani anni alla musica del Verdi… e ho pensato che Egli deve aver fatto un gran bene alla Patria. Ed ora non è più. È morto! ma con la sicurezza di soppravivere nella memoria dei posteri, con la coscienza di un gran bene operato con fede; dopo avere assaporato la gioia di essere amato; la gloria di vedersi ammirato; la soddisfazione di sentirsi compreso! La morte gloriosa ne ha coronata la vita ben fortunata se ci corre al pensiero la sorte di tutti quelli cui: «Giusta di gloria, dispensiera e morte». Ma intanto si rimane dolorosamente sorpresi, dinanzi al vuoto che lasciano gli uomini grandi, quasi che essi dovessero essere rispettati dalla morte stessa, non comportando la mente il pensiero di una fine comune. Io avevo da dirle tante cose. Anzi tutto che l’interesse del babbo va bene. Ha rimesso a nuovo il locale fornendolo delle migliori cose scelte con criterio e buon gusto. Il carnevale gli è stato propizio e, giova sperare, che l’affare sia stato una fortuna. Il freddo, benché tardo, è stato intensissimo, asciutto, rigido, tremendo. Io che all’inverno vorrei nascondermi a tre mila metri dalla terra ho avuto una vera tortura. Ho combattuto coi geloni, col raffreddore, con la tosse, della quale ne ho ancora un ostinato ressiduo, con la rabbia, con l’avvilimento dell’impotenza mia a vincere il tedio che mi cagiona l’inverno. Mario è sempre buono, studiosissimo, intelligente. La mamma sempre in faccenda con le sue cazzeruole, ci ha preparato dei buoni bocconi in questi giorni di carnevale. Oltre al suo libro ha un ricettario tutto suo che m’affanno invano d’imparare, perché cambia tutte le volte assicurando che va fatto secondo al capriccio del giorno. Altro che Francesco! Se non fossero così odiosamente freddi, sarebbero questi giorni lieti, poiché occupatissimi, calmi, sereni. Spero aver presto sue buone nuove, mentre con Mario affettuosamente la bacio salutandolo per babbo, mamma, la zia. Aff.ma Bina.

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