Carteggio

Zattini (don) Luigi | 22/12/1906 | n.1766

Lettera | Emilia-Romagna

Trascrizione CCM

Bertinoro [FO] 22 dicembre 1906

Preg(iatissi)mo e car(issi)mo sig. zio

Alla sua cartolina del 4 corrente non diedi evasione perché nel giorno stesso nel quale fu scritta, di qui era partita la risposta alla precedente sua lettera. La ragione del ritardo parmi avergliela in essa accennata. Dopo non ho saputo nulla di nulla a meno che per informazioni qualcuno non siasi rivolto al Minardi. Se il sig. dr. Salaghi ha voglia di vendere il noto podere sarà meglio darne annunzio a qualche ufficio di pubblicità come già le dissi. La ragione è chiara? chi avrebbe interesse di acquistarlo finché conosce che vi potrebbe essere qualcun’altro acquirente a sua insaputa non si muoverà davvero. Le nostre notizie sono sempre le stesse, nulla ho da aggiungere se non che la Malvina si è messa in testa di tentare tutte le vie per tornare in casa. Dice che non può star sola, che non può vivere così, che la farà finita da se, ed altre espressioni da far toccare una disgrazia. Ora sta in letto dicendo di voler morire di fame e si lamenta delle angarie e di tutte ingiustizie ricevute da noi gridando forte che la sentano i vicini. Noi abbiamo dato incarico ad una buona donna, che abita proprio la camera sottostante a quella della Malvina, di averne cura servendola in quel che le abbisogna, ed essa le usa le migliori attenzioni ed ogni giorno abbiamo notizie, che cioè mangia nel letto e si fa portar quel che vuole Di danaro ne ha d’avvantaggio, perché delle ultime 16 lire mensili ricevutene ne aveva fatto un cartoccio per rimandarmele dicendo che del danaro non sapeva che farsene, che tanto lo avrebbero trovato dopo la sua morte, ché per Natale non sarebbe stata più viva. Questa è una grand croce, ché sebene la vada trascinando e portando fin dal 19 luglio 1880 in qua pure non ci ho fatto il callo né ce lo farò mai finché vivrò in questa condizione di cose. Almeno mi riescisse di merito per la futura vita!… ma sono troppo debole e non sempre si sopporta con pazienza la propria croce. Auguro a lei buone feste e miglior fine e capo d’anno, ad multos annos, a nome ancora di Mariuccia anche per quelli di sua casa. Saluti da Mariuccia e dal sempre suo aff(ettuosissi)mo nipote d(on) Zattini Luigi.

P. S. Qui gran ed assai freddo io non uso né fuoco né stufa, ma ho le mani che non le sento più.

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