Carteggio

Urbanis Ugo | 17/03/1910 | n.1681

Lettera | Friuli-Venezia Giulia

Trascrizione CCM

Trieste 17 marzo 1910

Signor Artusi pregiatissimo

Credevo che una mia lettera indirizzatale circa un mese e mezzo fa, fosse andata smarrita, e magari fosse stato così, sento invece con dispiacere che ella è stato ammalato di influenza, ma fortunatamente ora, da quanto mi scrive mia cognata, so che è già bel e ristabilito. Approfitto di un po’ di tregua nei miei lavori, per augurarle una buona Pasqua, che prevedo, se lascio trascorrere qualche giorno ancora di non trovare più il tempo. Sono affacendatissimo, intento tutto a far andare bene questa mia complicata Azienda. Devo e dovrò ancora lottare molto questo primo anno a sormontare non qualche difficoltà. Ci sono dei giorni in cui perdo ogni speranza di riuscirvi, poi superato quel momento critico riprendo coraggio, e vado avanti! Io credo fermamente che ne salterò fuori, ma con grande mio sacrificio. Dalle otto di mattina fino alle nove della sera (meno un paio d’ore pel pranzo e un po’ di riposo) me ne occupo con tutto amore a sorvegliare tutto, a sbrigare quasi tutto il lavoro di scrittorio, a sostituire per alcune ore la cassiera in negozio e gliel’assicuro io che due occhi sono pochi, ma ho già la soddisfazione di veder tutto marciare bene. Col 1° di aprile farò a meno del contabile e corrispondente che mi costava 180 corone al mese e tutto quel lavoro me lo assumerò io. Abbiamo trovato anche il modo per guadagnare altre 2000 corone durante i mesi dell’estate che spero riuscirà secondo le mie previsioni. Bisognerà soltanto che io dispieghi ancora maggior attività e prevedo quindi che toccherà alzarmi alle cinque e mezzo la mattina, ma ciò non fa niente, perché il piano di ammortizzazione dei nostri debiti, rispettivamente il riscatto del mio capitale, possa effettuarsi nel termine preveduto di sei anni incirca. Speriamo dunque che tutto mi vada a seconda e che non mi manchi la salute. Scusi se io l’annoio raccontandole tutte queste cose, ma so che lei mi vuol bene e che prende interesse a quanto mi concerne. Ora siamo in pieno lavoro delle Pinze (un dolce specialità di Trieste) per la confezione delle quali adopero circa sessanta mila uova e trecento cinquanta chilogrammi di burro, durante questi dodici giorni che precedono la Pasqua. Se ne producono in media per settecento corone al giorno. Si adoperano soltanto i tuorli, l’albume lo vendo a un prezzo vilissimo, 20 corone al quintale, (centesimi 20 al chilo) e ne consegno a una ditta che poi lo asciuga e lo mette in commercio in forma di lamelle, circa da 12 a 13 quintali. Ma mi avvedo che torno ad annoiarla, ed è quindi ora che faccia punto. Passi adunque allegramente la Pasqua, assieme alla cara Marietta e alla gentile signorina Itala. Stia sano e allegro. Si ricordi di me e con un affettuosissimo bacio mi creda suo sempre affezionatissimo amico Ugo Urbanis.

Immagini

Prec. Succ.