Carteggio

Trevisanato Federico | 12/01/1910 | n.1675

Lettera | Veneto

Trascrizione CCM

Venezia 12 gennaio 1910

Preg(iatissi)mo signore

Ben gradito mi riescì rileggere i di lei desiderati caratteri, indizio, e lo rilevo con piacere, che continua a godere buona salute come è di me e di mia moglie, sorpresa di essere da Lei ricordata. Certamente il di Lei prezioso libro le avrà procurato numerose relazioni e temevo tediarla scrivendole pur io a nome anche di mia moglie, dopo quanto le scrissi in passato. Per venire all’argomento della sua che la ricetta della Torta Frangipane pubblicata da Lei non è conforme a quella che le mandai, avendola ridotta più semplice nella sua edizione, la quale è identica, precisa quasi alla Pasta Margherita, colla differenza che in questa non vi entra affatto il burro. Pur tenendo distinti i nomi le due ricette di torte possono stare sotto un solo numero, e cioè: Pasta Margherita, indicando che aggiungendo grammi 80 di burro, si ottiene una torta di gusto differente più delicato, che assume il nome di Frangipane. E questo in caso voglia conservare la detta ricetta nella prossima edizione del suo libro, dalla quale la prego di voler togliere la frase del signore veneziano gentiluomo nei tratti. Veda! per quanto molti mi chiamino cavaliere io non vi tengo punto, e li avverto che non ho questo titolo; e per quanto più d’uno mi stia attorno per farmelo ottenere, assicurandomi essere per me facile averlo io fo’, come feci, lo schifiltoso. Quantunque la ricetta da Lei ridotta sia differente da quella che le diedi, e che mi fu favorita da un cuoco dei miei genitori, ormai scomparsi, che la faceva in modo da farne una torta veramente squisita di sapore e delicatezza, il difetto non deriva da qualche ingrediente omesso, ma perché non si ha certa avvertenza nelle torte a base di burro, come successe pur talvolta a mia moglie colla torta mantovana, colla pasta genovese, col plum-cake. Questo avviene quanto fatto il composto si aspetta, e si mette in forno poco riscaldato. Credo che il difetto sia evitato se si fa alla svelta, e un fuoco vivo ma non ardente investa lo stampo. Questo è il parere di mia moglie. A proposito perché certe torte le indica col nome di paste, ed altre di torte mentre sono tutte ben intese sotto la denominazione di torte? Mia moglie non comprende come ove può servire lo svelto e comodo tritacarne, ormai così difusi, Lei consigli di far passare per staccio e pestare nel mortaio. Non comprende del pari che sia il forno da campagna da Lei invariabilmente indicato, e desidererebbe conoscerlo. In una sola ricetta accenna incidentalmente al tritacarne, e cioè nella: Carne all’Imperatrice. Altre cose desidererebbe le scriva, se io non comprendessi d’averle scritto troppo e forse tediata. Voglia gradire i distinti ossequi miei e di mia moglie. Mi abbia per di Lei dev.mo Federico Trevisanato.

P. S. da due anni mi sono traslocato qui a S. Zaccaria 5139.

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