Carteggio

Piccolomini Elena | 01/06/1906 | n.1418

Lettera | Toscana

Trascrizione CCM

Asciano – Poggio alle Monache (Siena) 1 giugno 1906

Egregio signor Artusi

Le giungerà, o le sarà giunto, come campione senza valore, (ponga mente su quel senza valore) del dragoncello che è l’estragon dei francesi, e qui unita le mando la ricetta per farne una salsa da carni lesse. Io la trovo deliziosa, e noi senesi tutti ne siamo ghiottissimi; il dragoncello lo mangiamo anche così, in erba: ma dei gusti altrui non rispondo. Le unisco pure la ricetta per fare le perine di riso con ranocchie. Vorrei scrivere alla mia cara signora Rosina: c’è sempre costì e si è restituita a Lugo? Se ancora si trova presso di Lei, si compiaccia dirle un mondo di cose amichevoli e affettuose per conto mio e del commendatore Caccia. Questi si sentì benissimo di salute nei primi giorni del nostro rimpatrio al Poggio: ma adesso, siamo ritornati quasi alle solite. Io, meglio della gola, e della tosse; ma questa è la stagione buona per me. Col ritornare dell’inverno, ritorneranno i malanni, le influenze e tutti i diavoli. Prendiamo con pazienza e con rassegnazione le tribolazioni che Dio ci manda, le quali, se affliggono il corpo, ritemprano l’animo. E di lei come va con questo caldane? A Firenze deve incominciare ad essere molesto. Quando pensa di prendere il volo per le sue escursioni estive? Se lo scrivere non le riesce molesto, ci favorisca le sue nuove di tanto in tanto: ci farà vero regalo. Abbiamo riportato un ricordo così grato di Lei, della buona Rosina e di tutte la amabilità che ricevemmo da loro. Accolga, la prego infiniti saluti da parte del comm. Caccia e della dev.ma sua Elena Piccolomini. Le sarei tenutissima se volesse ricordarci a Marietta, alla sua nepotina, a Francesco, modello dei cuochi senesi.


Mando un affettuoso saluto al gent.o sig.re Artusi del quale conserverò sempre cara memoria, gli auguro tutta la felicità che il suo nobile cuore si merita, tanto e ancora lo ringrazio delle cortesie sue. Se la signorina Rosina è ancora a Firenze me la saluti tanto e le dica che mi pare ancora di vederla alla finestra bella come una stella mentre io povero verme di terra passeggiavo per piazza d’Azeglio guardando in su. Quando ci rivedremo? Vogliatemi bene tutti. Caccia.

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