Carteggio

Nardi A. | 23/02/1901 | n.1371

Lettera | Toscana

Trascrizione CCM

Pisa 23 febbraio 1901

P.mo sig. Pellegrino Artusi - Firenze

Sebbene non abbia l’onore di conoscerla personalmente, pure sapendo di fare un’opera buona, e sapendo di rivolgermi ad una persona cortese, mi prendo l’ardire di esporle quanto segue. Sino dal 1892 mi trovo colla mia famiglia ad abitare il 2° piano della casa di proprietà del sig. Paolo Seghieri di Lei cognato, quindi ho cognizione esatta dello stato della famiglia Seghieri e delle condizioni fisiche ed economiche del sig. Paolo e della sig. Rosa. Fino a che il sig. Paolo ha potuto lavorare e guadagnare, questa famiglia si è mantenuta con decoro e senza sacrifizi, ma cessato il lavoro perché cambiata la moda dei mobili che produceva il Sighieri, la famiglia s’è trovata in disagio ed ha dovuto ricorrere e fare qualche sacrifizio ipotecando la casa. Bisogna anche dire che il signor Paolo è stato ingannato da qualche amico a cui ha prestato fiducia, ed ha dovuto perciò perdere qualche somma, senza commettere prese per se. Ed ora per mettere in pari gli arretrati accumulati per non eseguito pagamento di tasse, e per le spese necessarie per la famiglia, sono costretti a fare una nuova operazione. Fatta questa operazione, della quale, è inutile illudersi, non possono fare a meno, se non vogliono vedersi levar la mobilia e lasciare espropriare la casa, potranno disporre nemmeno di due lire al giorno per il totale mantenimento della famiglia, per cui dovranno soffrire nella salute e non potranno più tenere la donna fissa. La sig. Rosa ier l’altro mi fece la confidenza che da un pezzo in qua si cibano di ben poco e non assaggiano più vino di sorta mentre anche per la malattia sofferta ultimamente, la sig. Rosa avrebbe molta necessità di custodirsi. Il vento impetuoso dei primi dell’anno ruppe il lucernario delle scale e finora non è stato restaurato, perché i manifattori dubitano di non essere pagati, e così dobbiamo tollerare il freddo e la pioggia per le scale. Ho detto alla sig. Rosa che penserò io a tenere al corrente i pagamenti delle tasse pei fabbricati, perché non facciano arretrati usando dei denari che devo pagare per la pigione, perché non facciano arretrati, che furono quelli che fecero commettere spese e fecero sequestrare le pigioni. Ho procurato anche che sia tolta al sig. Paolo la tassa di ricchezza mobile e quella della Camera di Commercio, che gli facevano pagare come industriale, ma nonostante questo, non hanno disponibili nemmeno due lire al giorno come ho già detto. Mi son preso la libertà di farle nota la condizione della sua sorella, perché nella sua bontà Ella voglia aiutarla in qualche cosa, affinché seguiti almeno a tenere una donna che la assista, perché non le succedano disgrazie, alle quali è purtroppo esposta se deve fare da se tutte le faccende di casa, anche le più faticose. Tutto quello che Ella potrà fare per la sig. Rosa, creda che sarà una carità fiorita. Mi scusi se la ho disturbata ma mi pareva d’aver l’obbligo di informarla; intanto la reverisco distintamente e mi dico suo dev.mo A. Nardi Dei.

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