Carteggio

Guidi Teresina (nipote) | 22/12/1908 | n.1054

Lettera | Toscana

Trascrizione CCM

Bientina [PI] 22 dicembre 1908

Carissimo zio

Le faccio di cuore tanti auguri per il Natale e pel nuovo anno specialmente di buona salute. Spero starà bene e che potrà, riguardandosi, passare senza molestie di raffreddori l’inverno come anno passato. Qua è un freddo tremendo, soffia una tramontana indiavolata e quasi tutti in paese hanno il mal di gola. Anche noi risentiamo di questa specie di influenza e abbiamo raffreddore di testa con dolori alla gola: oggi io sto un po’ meglio e siccome è cosa leggiera voglio sperare non c’impedirà di andare tutti a Pisa giovedì, per fare insieme a babbo e alle mie sorelle il Natale. Creda, non vedo l’ora di godermi per qualche giorno la città, e il dolce clima di Pisa ove mi scrivono le mie sorelle si passeggia, la sera, come si fosse ancora d’autunno. Ed è da contentarsi che sembra la stagione si butti al freddo piuttosto che alla pioggia, poiché almeno si vede un po’ di sole e di cielo ridente e si possono fare due passi senza rimanere affondati nella melma paludosa. Qua si sta meglio ora che all’avvicinarsi della primavera, perché allora stanchi d’umido e di freddo, saturo il suolo d’acqua, soffriamo per dei venti sciroccali cattivi che agglomerano sui monti a noi vicinissimi nubi temporalesche e le scaricano con degli acquazzoni tremendi accompagnati da fulmini. Così la stagione non addolcisce che a primavera inoltratissima e la campagna rimane squallida fino a maggio. Ci vuol pazienza. L’occupazione ci distrae moltissimo: disoccupati in campagna ci sarebbe da impazzire. E il daffare non mi manca. Fra tante cose ho anche modificata una zuppa, perché come me l’avevano insegnata mi pareva di poca sostanza. Gliene do la ricetta: Faccio la dose per due persone. Si tagliano a pezzetti piccoli, di circa un centimetro, tre patate mezzane e si fanno rosolare un poco nel burro, indi ci si mette sale, pepe, tanta acqua che basti per bagnare due zuppe, e dei pezzettini di carota e di sedano. Quando tutto è cotto si aggiunge un altro pezzetto di burro, e si getta la metà di questo brodo bollente sopra due uova frullate col parmigiano adagio adagio perché non impazzisca, poi si mettono delle fettine di pane arrostito e si versa tutto il brodo. È una zuppa di magro nutriente e delicata. Me l’avevano insegnata senza uovo, ma senza di questo mi pare un lava stomaco e non ha nessuna sostanza. Se nei cibi non ci si sente un po’ lo stomaco accostato ammodino, specialmente in quelli di magro, mi pare tempo perso il cucinare. Con questo freddo non mangerei altro che paste asciutte, ma per la vita sedentaria che fa Gigi bisogna che mi contenti della minestra asciutta una sola volta alla settimana. Vedo che le ho scritto un letterone e forse l’avrò annoiato. Tanti auguri a Marietta con tante cose: saluti a auguri anche a Francesco. E Itala cosa fa? La ricordo e la saluto, augurandole buon Natale. Gigi si unisce a me per farle i suoi auguri e saluti, io la bacio con affetto. Aff. nipote Teresina.

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