2008 - Carla Zetti e Piero Meldini

Carla Zetti

Carla Zetti nasce a San Piero a Sieve e quando arriva a Firenze (all’età di circa 10 anni) porta già con sé i sapori e la sapiente arte culinaria della semplice ma inimitabile cucina del Mugello.

Nel 1979, dopo molte esperienze di ristorazione, Carla Zetti e il marito Loriano decidono di aprire un locale tutto loro nel quartiere di San Frediano a Firenze, all’insegna della più autentica tradizione fiorentina, con la volontà di mantenerne invariati e ben saldi i principi di genuinità, qualità, e semplicità: La Vecchia Bettola. Un’osteria che ricorda, per il suo arredamento con i tavoli di marmo, i classici sgabelli, le vecchie panche e un grande bancone anch’esso in marmo e legno, quelle di un tempo; modello in seguito molto imitato a Firenze.

I piatti sono i soliti, quelli che ogni fiorentino è abituato a mangiare nella propria casa, e affondano loro radici molto in là nel tempo.

Alla fine degli anni ’80 Carla Zetti riapre l’insegna di una storica tripperia che esisteva fin dal 1878: Nerbone, uno dei più antichi banchi di cucina toscana situato all’interno del Mercato delle carni e ortofrutticolo di San Lorenzo, con tavolini in marmo e gli sgabelli in ferro battuto. I piatti sono classici della tradizione fiorentina: il panino con il lesso, con il lampredotto, la pasta e fagioli, la zuppa di farro, le salsicce e fagioli, le seppie in inzimino e lo stufato.

Di lei hanno parlato alcune tra le principali testate italiane e straniere, da Repubblica al New York Times, dalla Stampa all’Observer.

A Carla Zetti, o meglio Carlina, il Premio Marietta ad honorem 2008 perché in ogni suo piatto si riconosce la mano dell’artista che, in cucina da una vita, da sempre punta tutto sulla semplicità e purezza della vera tradizione toscana.

Piero Meldini

Piero Meldini, scrittore e studioso, nutre da sempre un profondo interesse per la storia dell’alimentazione e della cucina, con particolare attenzione al territorio romagnolo.

Meldini, riminese, ha diretto per più di venticinque anni la Biblioteca Gambalunghiana della sua città. Si è occupato di storia contemporanea e di storia locale, di psicoanalisi e di iconologia, e in particolare, si interessa di storia dell’alimentazione e della cucina dalla seconda metà degli anni Settanta.

È autore di quattro romanzi, ampiamente premiati e tradotti in sei lingue:

  • L’avvocata delle vertigini (Adelphi 1994);
  • L’antidoto della malinconia (Adelphi 1996);
  • Lune (Adelphi 1999);
  • La falce dell’ultimo quarto (Mondadori 2004)

La sua opera di divulgazione della cultura gastronomica è testimoniata su diverse testate: ha collaborato, dalla fondazione alla scomparsa, al mensile La Gola, fa parte della redazione della rivista Slow, il quadrimestrale del movimento Slow Food, collabora alla Rivista dei Libri e alle pagine culturali di Il Messaggero, La Repubblica, L’Unità, il Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) e La Voce di Romagna.

Ha scritto, tra le altre cose: La cucina dell’Italietta (Guaraldi 1977); Le pentole del diavolo (Camunia 1989); Pranzi di carta (Orsa Maggiore 1990); La cucina d’e’ Gnaf (Panozzo 1997) La cultura del cibo tra Romagna e Marche (Minerva 2005) e, con Michele Marziani, La cucina riminese tra terra e mare (Panozzo 2005).

A Piero Meldini il Premio Marietta ad honorem 2008 per la straordinaria capacità di studio ed analisi della storia dell’alimentazione del nostro territorio.