2001 - Renato Gualandi

Bolognese puro sangue come la mortadella e i tortellini, Gualandi, un autentico “mostro sacro” della buona cucina, è stato definito “uno dei più valenti chef europei in attività di servizio” dal celebre gastronomo Carnacina. Giuseppe Mantovano nel volume “La cucina italiana: origine, storie e segreti” lo pone fra i “massimi continuatori della grande tradizione alimentare italiana”.

Nel ’39 – a 18 anni – vinse a Genova i littoriali del lavoro per la cucina, superando il vaglio di una giuria severissima presieduta da un esperto del calibro di Luigi Carnacina che sapeva incutere timore soltanto con lo sguardo.

Il primo grosso exploit di Gualandi risale al periodo della Liberazione.

Nell’autunno del ’44, quando le truppe alleate arrivarono a Rimini, venne incaricato di preparare il pranzo per festeggiare l’incontro tra l’ottava armata inglese comandata dal generale Alexander e la quinta armata americana del generale Clark.

Una soddisfazione identica la provò circa vent’anni più tardi, nel 1963, quando i francesi gli assegnarono il loro più ambito riconoscimento: il brevetto solenne della loro celebre cucina. In seguito lo nominarono Gran Cancelliere della Commandarie des Cordons Blues di cui, per incarico del ministro Gaston Gerard, fondò la Delegazione italiana con sede a Bologna nel vecchio ristorante 3 G in via Nazario Sauro.

Di imprese memorabili e di trofei nel blasone di Gualandi ce ne sono tanti. A ricordarli tutti non si finirebbe più. Le sue leccornie fecero andare in sollucchero il generale De Gaulle e il ministro Mendès France, di cui Gualandi era amico, artisti come Beniamino Gigli, Wanda Osiris, Michéle Morgan, Tyron Power, Rascel, Tognazzi, registi come Zavattini (che al ristorante 3 G era di casa), Pasolini, scrittori come Bacchelli e Soldati, politici quali Togliatti, Terracini, Saragat, Enrico Mattei e Spadolini.

Gualandi è soprattutto l’autentico profeta delle erbe officinali e aromatiche che coltiva con passione nel suo orto sui colli di Misano. In questo fazzoletto di terra accarezzato dalle brezze marine c’è di tutto. Ci sono anche olivi, vigneti generosi di nettari preziosi, alberi da frutto e svariati ortaggi che Gualandi, da ecologo convinto, coltiva senza far ricorso a trattamenti chimici.

“A Renato Gualandi viene assegnato il Premio Artusi 2001, per aver saputo – in una lunga e singolare vicenda umana e professionale, ricca di trofei ed imprese memorabili – interpretare con rigore filologico, ma contemporaneamente con un’impronta personale sia la cucina della sua terra, quella bolognese, sia quella di altri tempi ed altri territori, realizzando sempre una cucina geniale, che non conosce confini di tempo e di spazio: una gastronomia d’autore”.