Ketty Magni, Artusi Il bello e il buono, Cairo, 2020

Data
Il buono del sapere

Il biografo misura sempre la sua distanza dalla vita che descrive, racconta, citando o occultando scritture, documenti, immagini. Ne nasce un personaggio esaminato con il cannocchiale, con la lente d’ingrandimento e persino con il microscopio cui è data una nuova vita lontana-vicina dalla prima.

Ma è possibile andar oltre, facendogli recitare ruoli che ha trasposto o sottaciuto, ridandogli corpo e voce, un pensiero segreto o un garbo seducente. Il signor Artusi, Ketty Magni lo incontra nell’anno 1887 e se ne separa nel 1911, il 30 marzo, data della sua morte. Evita di ricalcare la sua Autobiografia, e preferisce introdursi nella sua casa il giorno in cui assume Marietta Sabatini, serva quindi governante, e, testimone invisibile, raccontare la vita del vecchio e ricco signore e della sua famiglia costituita da lei e dal cuoco Francesco, in anni in cui La scienza in cucina manoscritta è quasi pronta per esser presentata ad un editore.

Ketty Magni ha una chiave per aprire la porta della villa di piazza d’Azeglio 25, ed è il ricettario stesso in cui Artusi si è descritto con mille sfaccettature, e conoscerlo a fondo permette di aggirarsi invisibile dallo studio alla sala, alla cucina, incontrandoli tutti e cinque, perché anche due gatti s’aggirano e degustano, facendo di quella casa senza famiglia, una dimora libera e affettuosa.

Ketty Magni osserva Artusi, lo descrive dal vivo, pungolandolo con le sue stesse parole che ripeteva con garbo, prima di trascriverle in occasione di una ricetta con la sua perfetta calligrafia. E se pure s’immagina per il panettone preparato da Marietta tutta una vicenda domestica, nell’approssimarsi della Pasqua, nulla impedisce di crederle, tanto sembra esser di casa senza esserlo.

Di tempo ne è passato ma il bello e il buono servono a ricordare tutti i dettagli, così come quando eseguiamo una ricetta, attualizziamo non solo ingredienti e operazioni ma le mani stesse di chi lavora, e, perché no, la Marietta con il grembiule da cucina che per prima l’ha eseguita. Non è dunque una biografia ma una scrittura prestata da Artusi, da lui stesso suggerita, e solo in qualche spunto discorde con i fogli stampati o manoscritti del fondo di CasArtusi, ma anche le carte talora mentono. Dopo biografie lunghe e corte, la vita, solo la vita del Signor Pellegrino