In cucina con Camilleri

Data
Assaggi di Storia

In Tv il commissario Montalbano è seduto al tavolo della trattoria San Calogero, ama pranzare, e poco più. Nei romanzi, va molto oltre, il cibo è un pensiero che opera in lui, “Gli piaceva mangiare da solo, godersi in silenzio” e questo cibo nutriva il suo intelletto di investigatore, al punto che in ogni inchiesta, nutrirsi implicava un approfondimento, una nuova svolta nell’indagine in corso. Trova nel frigorifero un piatto pronto, preparato dalla sua badante Adelina, o cucina lui stesso in mancanza, frequenta la sua osteria, molte osterie, viaggiando intorno a Vigata, nella sua Sicilia, per lavoro, sempre con calma. “Pensò che in fatto di gusti era più vicino a Maigret che a Pepe Carvalho, il protagonista dei romanzi di Montalbàn, il quale si abbuffava di piatti che avrebbero dato foco alla panza di uno squalo”. Con questi principi, bisogna ora spiegare che cosa mangia. Prendiamo gli spaghetti. Spaghetti con la polpa di ricci di mare, che si prepara da solo, poi al nivuro di siccia, al nero di seppia, che si vede serviti, in bianco alle vongole, oppur con la salsa corallina, fatta di uova d’aragosta e ricci di mare, una specialità di Adelina, ed infine con una semplicissima salsa di pomodoro fresco. E’ il suo mare, in cui nuota felice, a dargli delicati sapori, stimolando una attenzione estrema agli ingredienti e alla loro sequenza. Come finisce il pasto prelibato? “Chiuse con un dolce di ricotta e un bicchierino di anicione come viatico e incoraggiamento alla digestione.” Il suo vice, Mimì, uomo con una testa impacciata da desideri carnali, non sa regolarsi mancando di un serio giudizio, infatti lo vediamo all’opera in una osteria: “Mi porti spaghetti alle vongole” .. “In bianco o col sugo?” “In bianco.” .. Mimì cosparse abbondantemente il suo piatto di parmigiano.. Persino una iena .. avrebbe dato di stomaco all’idea di un piatto di pasta alle vongole col parmigiano sopra!”. Con questi principi Montalbano investiga con cautela ed esperienza, avendo in ogni pranzo il suo cogito ergo sum.

Alberto Capatti, Direttore Scientifico Casa Artusi

Con il contributo Regione Emilia-Romagna L37/94 del 2022