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Il cibo non solo è il principale fattore di definizione dell’identità umana, ma anche lo strumento attraverso cui indagare gli aspetti culturali, sociali, economici di ogni società. Sostenuti dalla stessa curiosità e passione che hanno ispirato Pellegrino Artusi, ospitiamo dibattiti, saggi, riflessioni, contributi che, in via occasionale o in via sistematica, la Casa sollecita e promuove.
Il buono del sapere
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L'Italia, una cucina di nonne e libertà!
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Il gastronomo oggi
Se è vero che ogni gesto negativo è causa di conseguenze più o meno traumatiche di cui faremmo bellamente a meno, è parimenti assodato che di seguito al fatto avverso - in modo repentino o tardivamente - si veda spesso la genesi di circostanze fertili frutto di scelte e deviazioni verso altri cammini mai presi in considerazione prima.
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Artusi e gli editori fiorentini - Recensione
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Artusi e la potenza delle parole
Che Pellegrino Artusi sia il padre della cucina di casa italiana è riconosciuto da chiunque abbia a cuore le identità gastronomiche in Italia e nel mondo. Che però Pellegrino Artusi abbia un ruolo inconfutabile anche per quanto riguarda il meccanismo di comunicazione della cucina di casa è una constatazione che possiamo attestare soprattutto, se mettiamo a confronto le scelte comunicative perseguite, allora da Artusi, e dai gastronomi di oggi, specialmente nell’era digitale dove la comunicazione, il peso e la scelte delle parole giocano un ruolo chiave nella costruzione di un rapporto diretto tra chi scrive e chi legge una storia
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L’amico Cecconi e la Conserva di Rose
In questo breve testo propongo il carteggio in arrivo ad Artusi dall’ amico Cecconi, costituito da 27 lettere nel periodo 1900/1901 da cui possiamo ricavare informazioni culturali, storiche, politiche e, naturalmente, gastronomiche relative alla vita quotidiana nei primi anni del secolo scorso.
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Artusi e il suo progetto politico
La seconda grande innovazione artusiana è il rapporto che Artusi è in grado di istituire con il suo pubblico attraverso il servizio postale. Piazza d’Azeglio a Firenze, la casa di Artusi, indicata nel frontespizio dalla terza edizione del manuale, diventa un punto di raccolta e di smistamento postale che permette la maturazione di un rapporto diretto tra l’autore e i lettori.
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Cucinare per conoscersi
Partecipare a una cooking class ospitati nella casa di chi quel territorio lo vive oppure come accade nella Scuola di cucina di Casa Artusi in compagnia di una Marietta che vive in quel luogo significa, per chi la frequenta ma anche per chi la tiene, prima di tutto un arricchimento personale, fatto della conoscenza e scambio di nuove culture, nuove tradizioni
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Artusi in Portogallo!
A distanza di ben 12 anni, da quel lontano 2009 quando uscì l’edizione brasiliana, oggi vede la luce una nuova traduzione in lingua portoghese, per i lettori lusitani, che non conoscono l’opera mirabilis del grande Pellegrino Artusi nella sua interezza, ma che già ne avevano sentito parlare.
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Breve storia degli spaghetti al pomodoro
Ma gli spaghetti raccontatati da Massimo Montanari non sono “solo” gastronomia, si intrecciano alla storia, all’economia e alla società. E soprattutto ci insegnano ad allargare il nostro sguardo, a vedere il percorso di un piatto attraverso i secoli, a riconoscere i diversi apporti di altre culture, che solo alla fine di un lungo processo producono un’identità che naturalmente non era data in origine.
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Il valore del cibo e l'esperienza della...
Non a caso i “poveri” cercano il costo della “caloria” sempre più basso, il cibo sempre più spazzatura (e talvolta lo cercano proprio dentro i bidoni). Una spirale negativa che ha un impatto devastante: sulla salute personale, sull’ambiente naturale e sul sistema economico: aumentano i costi che paga direttamente ed indirettamente tutta la società per curare le malattie e l’ambiente a causa di un’errata alimentazione, sia questa una malnutrizione per eccesso che per difetto.
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Buon compleanno Marietta! Intervista del 1932...
Importante è però un'altra testimonianza che Marietta rilascia alla rivista La Cucina Italiana nel 1932 con un'intervista che ci fornisce dettagli e curiosità su Pellegrino Artusi e gli ultimi anni della sua vita dedicati proprio al Manuale contraddistinti da biblioteca e cucina, penne e pentole, studio e pratica, sapere e saper-fare, gli stessi elementi che oggi animano le attività della Casa che ne celebra la sua figura nella terra natale a Forlimpopoli: Casa Artusi
Assaggi di storia
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Cibi perduti e ritrovati
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In cucina con Camilleri
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Allo specchio, due volte!
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Pillole di maionese
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Paninari? Chi mai erano?
Come mai Casa Artusi evoca i paninari? ne La scienza in cucina trovo il Sandwich (ricetta n.114), parola esclusa nel predetto dizionario, perché i paninari celebrano la rinascita del loro panino, offerto non più da ambulanti e mercati, contrassegno di povertà, ma da bar del centro di Milano, in cui si ritrovano, vestiti con eleganza e mangiando in compagnia, un gesto di sfida nei confronti delle loro stesse famiglie che li volevano a tavola, educati, composti e zitti. Sono loro, degli adolescenti, a dar valore ai primi ricettari che appaiono in Italia, 201 panini d’autore di Cremoni e Mojetta (Mazzotta, 1972) e I panini di Elena Spagnol (Rizzoli, 1976). L’Artusi, semprevivo nella sua Casa Artusi, avrebbe salutato con gioia un panino italiano destinato ad eclissare il sandwich inglese, non una povera cosa ma il simbolo di una nuova alimentazione che, a Milano, ha oggi un’Accademia la quale lo promuove e lo tutela!
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Il manuale di Nonna Papera
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Cuore di bue alla comunista
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La cucina dell'amore
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Pomodoro, una storia lunga e travagliata
Artusi, allieta i suoi lettori con “il prete che cacciava il naso per tutto e, introducendosi nelle famiglie, in ogni affare domestico voleva metter lo zampino. Era, d’altra parte, un onest’uomo e poiché dal suo zelo scaturiva del bene più che del male, lo lasciavano fare; ma nil popolo arguto lo aveva battezzato Don Pomodoro
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Insalate, banchetti e cene
Come si invitava a degustare? ponendo in tavola, prima di tutto, la solita di tartufi, capperi e uva passa, una insalata di indivia, radicchi e raperonzoli, una d’acciughe e poi piattelletti di rapanelli lavorati d’intaglio. Questo uso s’è perso nel tempo, con una cucina francese che offriva ostriche ed una italiana che posponeva alle minestre i principi che eran crostini di caviale e acciughe oppure fichi col prosciutto, come insegnava Artusi.
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In principio era il brodo
Era, a corte, una minestra per dì di quaresima. E possiamo invece immaginare, nello stesso anno, una cuoca contadina che lesinava persino il sale e serviva quelle lenticchie cotte, o nel caso non le conoscesse dei fagioli, con il loro stesso brodo.